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Giochi di casinò online, poker, scommesse sportive e ippiche nei siti web autorizzati in Italia
Il settore del gioco online in Italia si prepara a una svolta epocale. Con la chiusura del bando per le concessioni di gioco a distanza il 30 maggio 2025 da parte dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli (ADM), l’intero panorama del gioco digitale si avvia verso una fase di consolidamento senza precedenti. Se da un lato la riforma punta a modernizzare il quadro normativo, dall’altro introduce barriere economiche e regolamentari che cambieranno profondamente l’identità del mercato più grande d’Europa.
Secondo Moreno Marasco, presidente dell’associazione LOGiCO, il numero di operatori online attivi in Italia potrebbe ridursi da 81 a circa 33, con una contrazione del 60%. Un calo drastico, ma previsto: «Il nuovo assetto riscriverà completamente il panorama competitivo», afferma Marasco.
Alla base di questo cambiamento, l’innalzamento delle soglie di ingresso. Il nuovo sistema prevede, ad esempio, una tassa di ingresso di ben 7 milioni di euro per ogni verticale e per ogni brand. Una cifra che ha di fatto escluso molte piccole e medie imprese, considerate troppo fragili per sostenere l’evoluzione del mercato.
Per Christian Tirabassi, fondatore della società di consulenza Ficom Leisure, questa “selezione naturale” è esattamente ciò che il legislatore intendeva ottenere. «In passato, aziende con appena 250.000 euro potevano operare in un mercato da miliardi. Questo non era sostenibile», sottolinea.
Il nuovo corso favorisce aziende solide, in grado di rispettare standard elevati in materia di antiriciclaggio, protezione del giocatore e compliance tecnica. Solo i grandi gruppi multi-canale e multi-prodotto avranno la capacità di affrontare le nuove sfide.
Oltre alla tassa di concessione, gli operatori di scommesse sportive e casinò online dovranno versare rispettivamente il 24,5% e il 25,5% del GGR in tasse, oltre a un contributo annuo del 3% e una spesa minima dello 0,2% (fino a un massimo di 1 milione di euro) in iniziative di gioco responsabile.
Tra le novità più rilevanti ci sono anche nuovi strumenti di tutela del giocatore: limiti personalizzabili di deposito, tempo e spesa, opzioni di autoesclusione, alert automatizzati contro i comportamenti compulsivi e una vigilanza rafforzata sui giovani adulti (18-24 anni), un unicum nel contesto europeo.
Nel 2024, il GGR complessivo del gioco in Italia ha raggiunto i 21,6 miliardi di euro, di cui circa 5 miliardi derivanti dal solo comparto online. In questo contesto, i grandi operatori si stanno già muovendo per rafforzare le proprie posizioni.
L’esempio più emblematico è quello di Flutter, che dopo l’acquisizione di Snaitech da Playtech per 2,3 miliardi di euro, potrebbe arrivare a detenere il 30% del mercato nazionale. Già nel 2023, attraverso i brand Sisal e PokerStars, il gruppo deteneva una quota del 15%, mentre Snaitech arrivava al 10%.
Parallelamente alla riforma online, anche il gioco terrestre sarà oggetto di revisione. La nuova regolamentazione includerà unificazioni di licenze, limiti agli importi in contanti (massimo 100 euro settimanali), obbligo di identificazione e sistemi di autoesclusione. Tuttavia, per via delle resistenze regionali, l’entrata in vigore è stata posticipata a metà 2026.
Nonostante i cambiamenti, un punto resta fermo: IGT continuerà a gestire in esclusiva il Lotto fino al 2034, grazie al consorzio LottoItalia. L’offerta vincente di 2,23 miliardi di euro – più del doppio della base d’asta – ha superato anche la concorrenza di Flutter, dimostrando che, in un mercato sempre più selettivo, la forza finanziaria fa la differenza.
L’Italia si sta trasformando in un modello di rigore e selettività nel gioco online. Se da una parte le nuove norme riducono l’accesso per i piccoli operatori, dall’altra creano un ambiente più sicuro, moderno e orientato alla sostenibilità.
In questo scenario, solo i gruppi con una solida struttura omnicanale, capacità d’investimento e attenzione alla conformità potranno ambire a una fetta di mercato sempre più ambita… e concentrata.
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